giovedì 22 settembre 2011

Una tragica farsa

La tenuta della maggioranza del premier Silvio Berlusconi è sempre più una tragica farsa. Il voto di Milanese certifica l'incapacità del nostro parlamento di porre fine ad un governo agonizzate il cui unico obiettivo ormai è salvare se stesso e la maggioranza che rappresenta il più a lungo possibile. Non c'è più speranza di vittoria per SIlvio Berlusconi, la sua "guerra" contro la magistratura e l'Europa volge al termine, lasciando soltanto rovine che sarà difficile e lungo risanare. L'unico voto ormai utile e che compatta la maggioranza è quello dettato dal salvar se stessa, nessun altro provvedimento ormai è possibile. Silvio Berlusconi non ha nulla da guadagnare a dimettersi, in questo momento: se lasciasse la poltrona di comando non avrebbe più nessuna possibilità di fermare, o almeno rallenntare, i numerosi fronti giudiziari che ormai lo circondano da tutte le parti.
Anche la maggior parte dei parlamentari di PDL e Lega non ha nulla da guadagnare da una caduta di Berlusconi e dalla fine della Seconda Repubblica. La maggioranza è composta ormai per lo più da clienti di Berlusconi, politicamente creati da lui e che non hanno molte altre capacità oltre a quella di saper stare all'interno della corte berlusconiana. Difficilmente chi milita ancora nel PDL avrà la forza, il coraggio e la capacità di uscire dalla cerchia dei fedelissimi. La storia ci insegna che quando un regime si disgrega per interesse o per opportunismo finché il leader vive attorno a lui la resistenza continua. Le grandi tradizioni politiche repubblicane, e i loro rappresentanti in parlamento, sono ormai tutte all'opposizione, chi è rimasto è evidentemente figlio e prodotto di questa malata Seconda repubblica.
L'opposizione appare inconsistente moralmente e politicamente come dimostra l'incapacità di reazione pubblica del PD e della scelta quantomeno inopportuna di Di Pietro di candidare suo figlio.
Movimenti come quello 5 Stelle o dei Viola appaiono fenomeni interessanti e portatori di richieste sane e sacrosante da parte di cittadini giustamente indignati, ma purtroppo per ora non riescono ancora a coinvolgere masse critiche della popolazione.
E in questo immobilismo il paese sta perdendo l'occasione di riscattarsi e cominciare un percorso nuovo e virtuoso per tornare una delle grandi nazioni europee.
Che cosa si può fare di fronte a tutto questo? Bisogna battersi, bisogna tornare in piazza a prescindere dal proprio credo politico per dire basta con questa politica, basta con questo modello di sviluppo del paese. Questa crisi è una grande occasione per ricostruire il nostro paese e risolvere i suoi gravi problemi. Ma finché milioni di persone non saranno disposte a mostrare al palazzo, con le buone o col le cattive, che i tempi dei giochetti sono finiti, che gli equilibri sono cambiati, che  i cittadini si riappropiano del proprio paese non andremo da nessuna parte, ma ovviamente questa è solo un'opinione.

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