Le dicharazioni riportate dalla stampa del sindaco di Lampedusa di fronte alla rivolta dei CIE appaiono completamente estranee ad un paese civile. Come infatti hanno testimoniato le poche inchieste sui CIE, l'accoglienza che il nostro paese riserva a chi sbarca clandestinamente sulle nostre coste è inumana. Non ci si può aspettare che esseri umani scappati dalla miseria e dalla povertà con l'idea di garantire a loro stessi e ai loro figli un futuro migliore non provino a fuggire o a ribellarsi quando si decide deliberatamente di ostacolare il loro futuro e il loro avvenire. Sono persone che hanno investito tempo, denaro, risorse per superare il mare e venire nella "fortezza Europa" per lavorare e continuare a sognare. La questione dell'immigrazione è complessa e non può essere risolta con semplici buonismi o con pugni di ferro ridicoli di fronte ai grandi flussi della storia, ma dichiarazioni così dure da parte di un sindaco eletto in una terra la cui principale esportazione fino a cinquant'anni fa erano esseri umani fa male e deve indurre tutti ad una riflessioni. Quello che non bisogna mai scordarsi è che non si tratta di "tunisini", di "algerini", di "extracomunitari" ma di esseri umani, che pensano, respirano, sognano, si innamorano, si arrabbiano, soffrono e noi spesso più per diffidenza ed ignoranza che per ragioni reali li stiamo trattando come bestie.
Di fronte ad un simile scempio viene anche da chiedersi dove sono i prodi centri sociali e gli autonomi che danno battaglia per la terribile TAV e solo ogni tanto si ricordano e combattono attivamente contro la sofferenza e l'umiliazione che si perpetra contro civili innocenti la cui spesso l'unica colpa è essere nati nel paese o nel continente sbagliati e il cui unico crimine e aver sperato in un futuro migliore per loro e per i loro figli, ma ovviamente questa è solo un'opinione.
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