martedì 20 settembre 2011
Il governo delle agenzie di rating
A sorpresa S&P ha declassato il rating del debito pubblico italiano. Il fatto non stupisce ed effettivamente dal peggior governo degli ultimi 150 anni non ci si poteva aspettare altro. Ma quello che deve spaventarci come europei e come cittadini del mondo è l'ormai indiscusso peso delle agenzie di rating nel derminare il fallimento o l'approvazione non solo di paesi ma di interi continenti. Chi sono queste agenzie? Su che basi decidono di assegnare i loro punteggi? E, soprattutto, quando sono indipendenti dalla grande speculazione internazionale? Sono molti gli economisti che ormai ritengono il sistema finanziario impazzito, il cosidetto libero mercato è sempre più un'utopia molto distante dalla realtà. Nel corso degli anni si sono accumulate tali concentrazioni di ricchezza nelle mani di pochi da permettere attraverso una strategia mirata di vendite ed acquisti di determinare l'andamento stesso del mercato in cui i grandi speculatori investoni i propri patrimoni. Il risultato è che gli speculatori guadagnano sempre e tanto, a patto però che i mercati restino instabili. Ora è noto che lo scorso anno alcuni grandi speculatori hanno visto nello sfaldamento dell'Unione Europea un enorme possibilità di guadagno e da allora gli attacchi ai paesi del Vecchio continente sono stati constanti e ben studiati. La speculazione non è neutra, il mercato non è un giudice infallibile che giudica in modo imparziale ciò che è bene e ciò che è male. Non è possibile che siano le agenzie di rating e la speculazione a decidere se processi storici e politici come l'unificazione europea falliscano o abbiano invece successo. Ad ogni crisi la speculazione diventa più forte e l'economia reale più debole. Tutto questo non è più tollerabile e sostenibile, abbiamo creato un mostro di cui non riusciamo a liberarci. Eppure la soluzione non sarebbe così complicata, gli speculatori controllano il gioco finché si seguono le regole che loro stessi hanno imposto, se ci si libera di esse possono fare ben poco. Se gli stati nazionali volessero attraverso il monopolio della forza legittima potrebbero eliminare la speculazione in breve tempo tramite leggi o il ricorso a ritorsioni ancora più gravi. Manca però la volontà politica di farlo, e guardando alle connivenze della classe politica delle maggiori potenze occidentali con l'establishment economica non c'è da stupirsi. Viene però da chiedersi quando e se i cittadini apriranno gli occhi e chiederanno conto a chi li governa economicamente e politicamente del male arrecato a tanti per il benessere di pochi, ma questa ovviamente è solo un'opinione.
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