Due interventi di oggi sanciscono l'incapacità della società civile e dei cosidetti "poteri forti" di influire sui processi politici e decisionali del nostro paese.
Emma Marcegaglia oggi ha lanciato l'idea di un "manifesto per salvare l'Italia", presa di posizione forte ma che certifica l'impotenza degli imprenditori di influire sulle decisioni politiche e del "palazzo". La classe imprenditoriale italiana che troppo spesso a chiuso gli occhi di fronte alla perdita di competitività del paese e al malgoverno degli ultimi quindicianni, si scopre ininfluente di fronte a forze politiche indifferenti alle pressioni e ai moniti che le vengono sempre più spesso posti. L'idea del manifesto, così inusuale per Confindustria, che dovrebbe avere ben altri canali e metodi per esercitare pressioni su chi governa, appare invece come un manifesto dell'impotenza e dell'incapacità da parte degli industriali di far sentire la propria voce a chi governa.
L'altro intervento interessante di quest'altra giornata campale è quello postato sul suo blog da Beppe Grillo, come noto catalizzatore e ideatore del Movimento 5 Stelle, che insieme al Popolo Viola, sono di fatto le due espressioni della società civile di maggior successo degli ultimi anni. Ebbene Grillo nel suo "comunicato politco numero quarantasette" appare, forse per la prima volta pubblicamente, stanco e sfiduciato di fronte all'incapacità del suo movimento di influire su una classe politica arroccata a difesa delle proprie posizioni e di non avere avuto altre vittorie se non riuscire a mettere in qualche consiglio comunale e religionale dei cittadini estranei alle forze politiche tradizionali. La crisi della società civile italiana è evidente, se si pensa all'incapacità di fronte alla grave crisi morale, politica ed economica in cui versa il paese, di costuire grandi adunate di persone o di riuscire a passare dal movimento ad organizzazioni più strutturate e stabili.
L'incapacita di far sentire la propria voce da parte degli industriali e della società civile in un momento di grave crisi politica, economica e sociale dell'Italia è un fatto preoccupante e gravissimo. L'opinione pubblica del paese forse si sta svegliando dal torpore, ma non appare avere ancora, almeno nei grandi numeri, la capacità e la voglia di reagire.
Il paese è ormai sull'orlo di un baratro, anzi forse ci stà già precipitando dentro, ma nessuno appare in grado di fermarne la caduta: la classe politica arroccata nel palazzo incapace di reagire e mettere in campo un progetto per risanare un paese, i movimenti e le associazioni di categoria ad oggi non sembrano in grado di mobilitare efficaciemente il paese e di influire concretamente sulla politica. Purtroppo la strategia del "muro di gomma" attuata da parte della politica, maggioranza ed opposizione, appare essere efficace a disinnescare il pericolo di un risveglio del paese. Purtroppo si tratta di una strategia utile solamente a far guadagnare tempo all'attuale classe politica ma è estremamente dannosa per un paese che avrebbe bisogno di una nuova classe dirigente, di nuove idee, di nuovi traguardi e obiettivi, un'opinione che per ora però appare diffusa solo in una minoranza del paese.
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