martedì 27 settembre 2011

Il bacio del Padrino

Guardando il video girato nel quartiere Barra di Napoli e pubblicato ieri online in esclusiva dall'Espresso (Il bacio del Padrino) non si può che essere d'accordo con quanto detto ieri da Lucio Caracciolo al termine del programma l'Infedele di Gad Lerner, vale a dire che è difficile riformare il paese e riportarlo ai livelli internazionali che gli competono se abbiamo intere parti del paese in mano alle organizzazioni malavitose. Un fattore inedito in Europa e che fa assomigliare alcune parti del nostro paese più ai narco-paesi dell'america latina. Purtroppo è opinione diffusa, anche tra persone istruite e legalitarie, che le organizzazioni criminali comunque creino una certa ricchezza e producano PIL anche se in nero, ma questa è una vera e propria assurdità. La criminalità organizzata vive nelle pieghe dell'inefficienza, guadagna su appalti truccati, su ospedali inefficienti, su grandi opere che non si realizzeranno, sull'assenza di meritocrazia, sulla corruzione della classe politica che non fa così l'interesse comune ma quello delle organizzazioni criminali. Non siamo in Colombia o Venezuela dove l'attività principale dei cartelli è l'esportazione di droga, e di conseguenza crea valore, nel nostro caso le organizzazioni mafiose sono solo parassitarie delle inefficienze dello stato. Se per assurdo lo stato sparisse le varie mafie italiane perderebbero gran parte dei propri guadagni e forse non sarebbero in grado di organizzare null'altro che una specie di stato feudale. Di fatto esse impoveriscono lo stato, e di conseguenza l'intera collettività, per guadagnare e redistribuire tra i propri affiliati i propri introiti. La criminalità organizzata non produce richezza, ma la sottrae a tutti noi, soprattutto ai cittadini del meridione che sono costretti a vivere in uno stato fatisciente proprio per colpa dell'inefficienza generata dalla criminalità organizzata e dai suoi rapporti sempre più stretti con la classe politica.
Una parte dell'opinione pubblica del meridione deve rendersi conto che rinunciando ai piccoli vantaggi derivanti dalla distribuzione di favori e di denaro delle organizzazioni criminali e combattendo questo sistema vivrebbe finalmente in un paese europeo, con scuole ed ospedali funzionanti, con strade efficienti, con un'economia reale in cui i propri figli e nipoti non siano costretti ad emigrare per trovare lavoro.
La lotta alle organizzazioni criminali non si può purtroppo imporre dall'alto ma può partire solo dai cittadini meridionali, e senza questa lotta di legalità non ci potrà mai essere la riforma di questo paese.
Il Mondo, l'Europa, e buona parte del paese chiedono questo cambio di regime, così non si può più andare avanti e siamo nell'attuale situazione econimica anche perché una parte del debito pubblico è il frutto proprio di questo travaso di  ricchezza dallo stato alle organizzazioni criminali e alle inefficienze che ne conseguono. Ormai è tempo che i cittadini meridionali conniventi con le mafie scelgano dove vogliono state, con l'Europa e con lo stato italiano o con il governo delle organizzazioni criminali, una scelta imposta dai tempi e dalla crisi stessa della nostra nazione e imprescindibile per un piano di rilancio dell'Italia.
Finché vedremo immagini come quelle mostrateci dall'Espresso non potremo mai dire di vivere in un paese civile ed europeo, sta a chi vive in queste realtà rendere impensabili immagini come queste, ma questa è solo un'opinione.

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