mercoledì 21 settembre 2011

Tutti contro Berlusconi

A guardare le prese di posizioni di giornali, sindacati, imprenditori, politici è ormai un tutti contro Berlusconi, viene da dire "finalmente" anche se ovviamente non basta una nuova puntata del costante referendum "cavaliere si, cavaliere no" per risolvere i gravi problemi del paese e per risollevare una società, una politica ed un economia sempre più agonizzati. Tuttavia queste prese di posizione di fronte alla grave crisi in cui ci ha condotto questo ventennio politico, segnato e dominato dall'ingombrante figura di Silvio Berlusconi, ricordano una vecchia piaga dell'establishment italiana: il trasformismo.
Ben vengano gli editoriali del Sole 24 Ore e del Corriere della Sera, ben vengano le dure parole della Marcegaglia, ma viene da chiedersi dov'erano dieci, cinque o soltanto due anni fa quando si preparava il disastro che ormai è sotto gli occhi di tutti. Confindustria e la cosidetta stampa moderata scaricano adesso il Cavaliere, quando ormai il suo regno appare sul viale del tramonto. Ovviamente, per quanto tardivo, ben venga il loro attacco ad un governo e ad un premier che ci ha reso lo zimbello d'Europa, ma produce una certa rabbia pensare che se anche loro si fossero mossi prima, tutto questo poteva essere evitato. L'incapacità al governo di Berlusconi, denunciata più volte dalla stampa estera, in primis dall'Economist, non è una novità degli ultimi giorni, sono anni che si consuma la credibilità internazionale del paese, che non si affronta il capitolo delle riforme, che si assite ad un progressivo abbassamento della soglia delle regole di civiltà e di etica normali in una grande democrazia occidentale. Forse ormai è troppo tardi, ma il fatto che chi ancora può o non è del tutto compromesso si stia schierando contro Berlusconi e ciò che rappresenta e comunque il segno che forse la disastrosa parentesi della Seconda Repubblica si sta chiudendo e che, anche se sarà dura, forse finalmente potremo vivere in un paese normale liberandoci dell'imbarazzante anomalia politica ed istituzionale che ci ha condizionato per quasi vent'anni. In questa situazione così drammatica, ben venga anche il trasformismo, a patto di ricordarsi quando tutto questo sarà finito di chi poteva schierarsi per tempo e non lo ha fatto, ma questa è solo un'opinione.

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