lunedì 26 settembre 2011

La Chiesa batte un colpo

La Chiesa Cattolica dopo un lungo silenzio che ha lasciato perplessi non soltanto una quota consistente dell'opinione pubblica ma anche della propria base, si è espressa contro la deriva morale e culturale del paese. La Chiesa quindi si schiera di fatto contro il governo e gli ideali che esso rappresenta: la lista dei sostenitori istituzionali e non di Silvio Berlusconi si assottiglia ulteriormente e chissà quanto potrà ancora resistere arroccatto ad un Palazzo Grazioli il cui clima di questi giorni deve essere sempre più simile a quello che si respirava nella cancelleria del Reich negli ultimi giorni del Terzo Reich.
In un paese come l'Italia la presa di posizione della Chiesa, da sempre vera e proprio autorità alternativa a quella laica e civile, è una notizia che farà tremare molti ma che probabilmente difficilmente produrrà risultati nell'immediato futuro. Resta da chiedersi quanto sia ancora influente la voce di una Chiesa troppo silenziosa e troppo compiacente con un sistema e una cultura, impersonificate da Berlusconi, antitetiche alla propria storia e alle proprie idee. Ora che il sistema berlusconiano appare sul punto di disintegrarsi la Chiesa prende posizioni, ma è la Chiesa stessa che deve chiedersi che cosa rimanga della sua influenza su un paese la cui la società e la cui cultura sono state trasformate anche da quella tv commerciale verso cui le gerarchie cattoliche non si sono mai schierate più di tanto. E viene da chiedersi, nel giorno in cui il vescovo di Grossetto dichiara che è più peccattore Vendola per la sua dichiarata omossessualià che Berlusconi con le sue presunte orge che pare coinvolgano anche minorenni, se la Chiesa riesca a cogliere l'enormità dell'immoralità di cui è stata a lungo silenziosa connivente, animando anche un anticlericalismo che era ormai assopito da lungo tempo. La Chiesa italiana dovrò forse ricostuire prima se stessa e la sua immagine prima di tornare ad essere un attore autorevole sulla scena pubblica del nostro paese, senza questo proccesso di rinnovamento rischia che il suo prestigio tra gli italiani sia travolto da quello che si prefigura come il crollo della Seconda Repubblica, ma questa ovviamente è solo un'opinione.

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