martedì 20 settembre 2011

Obama riscopre se stesso

A guardare la proposta di manovra di Obama, appare subito evidente il tentativo del presidente di tornare ad essere l'outsider riformista in vista delle prossime elezioni. La richiesta di un equilibrio tra tagli e tassi sui grandi redditi appare sacrosanta agli occhi degli europei, ma non ha quelli di molti americani aizzati e rappresentati dal movimento ultra conservatore dei Tea party. Evidentemente Obama dopo aver provato ogni mediazione possibile si è reso conto che oltre ad un certo limite non è possibile trovare un punto di convergenza con la destra repubblicana il cui unico obiettivo appare quello di disarcionare Obama e di evitare una le riforme necessarie ad un risanamento e un riequilibrio economico del paese. La parte più conservatrice del paese sembra non comprendere, o fa finta di non sapere, che, se si applicassero, le loro proproste economiche probabilmente si rovinerebbe definitivamente la leadership economica e geopolitica degli USA del mondo. Dati gli equilibri al congresso è praticamente impossibile che la manovra proposta da Obama, e sicuramente il presidente ne è ben conscio. Ma per lo meno il tempo delle estenuanti mediazioni è finito, è ora che ognuno metta in campo i propri progetti e la propria visione del mondo, prendendosi le proprie responsabilità nel bene e nel male dei risultati delle proprie politiche e delle proprie idee. La storia insegna che solo costruendo società più equee e con uno stato forte, anche se non troppo, si può aspirare al titolo di grande potenza mondiale, rinunciarvi e lasciare ogni decisione al mercato può portare solo al fallimento, ma questa è solo un'opinione di un giovane europeo.

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