Ieri sera Bruno Vespa di fronte ad un Rutelli che si diceva preoccupato dell'assenza dell'Italia nei ringraziamenti per la guerra libica formulati lo scorso 21 settembre dal presidente Obama, ha sentenziato che "Obama è stato un cafone". Stupisce detto in un paese messo alla berlina in tutto il mondo proprio per la cafonaggine del Presidente del consiglio e le sue continue gaffe diplomatiche. Solo che il centro-destra dice che questi comportamenti sono solo un modo di Berlusconi di intrattenere rapporti personali con i potenti del mondo e di fare una diplomazia sdoganata dalle vecchie forme.
La pochezza a livello internazionale di Berlusconi e della sua coalizione di governo è tale che ormai l'Italia non conta più nulla nello scacchiere geopolitico mondiale, anche nel caso essa partecipi con mezzi e risorse agli interventi dei potenti del mondo. In Libia di fronte ai massacri perpetrati dal regime, l'imbarazzante tentennamento di Berlusconi nell'abbandonare e nello schierarsi, insieme agli altri paesi europei, contro "l'amico" Gheddafi, è stata letta da molte cancellerie europee come l'ennesima prova dell'inaffidabilità dell'Italia e la sua differenza rispetto le altre grandi democrazie occidentali. Nella questione libica si uniscono due partite una economica l'altra ideologica, e noi, grazie al nuovo modo di fare diplomazia di Berlusconi le abbiamo perse entrambe. Francia e Gran Bretagna stanno approfittando del proprio ruolo a guida della coalizione per sostituirsi all'Italia come primo partner commerciale della Libia, mentre, dal punto di vista politico, la nostra rilevanza nel Mediterraneo è ormai praticamente nulla. Obama non si è scordato a caso di ringraziare l'Italia, voluto o non voluta, la sua dichiarazione certifica uno stato di cose: l'Italia guidata dal "cafone" Berlusconi non conta più nulla a livello globale, ma questa è solo un'opinione.
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